La virtualizzazione desktop aiuta l’impresa a gestire ambienti di lavoro sempre più eterogenei con soluzioni end-to-end che sono facili da installare e scalabili. I desktop virtuali sono una delle principali richieste IT e negli ultimi anni la loro diffusione è notevolmente aumentata. Anche le imprese che temevano che la virtualizzazione desktop potesse essere complessa da implementare hanno dovuto ricredersi: le moderne opzioni sono flessibili, hanno costi modesti e permettono alle aziende di controllare e gestire un ambiente di lavoro sempre più eterogeneo per la diffusione, fra le altre cose, del BYOD (Bring Your Own Device). La virtualizzazione desktop remota, per esempio, è un asset fondamentale per accelerare modalità di lavoro agile: gli utenti finali possono sfruttare dispositivi client a basso costo perché l’elaborazione avviene in un datacenter evoluto e potente al quale devono connettersi. L’esperienza non viene limitata; anzi, i dipendenti possono lavorare con qualunque dispositivo senza perdita di efficienza e produttività. Per questo motivo, è fondamentale analizzare gli strumenti e le strategie per capire come attivare la virtualizzazione del desktop nel migliore dei modi.
Le aziende ricercano la virtualizzazione del desktop perché questa soluzione permette loro di superare la gestione dei PC attualmente in dotazione e garantisce un digital workspace più coeso. Le imprese devono comprendere che un’implementazione di successo deve partire dalle persone, dai processi e dalla tecnologia. Il primo passo quando ci si chiede come attivare la virtualizzazione del desktop, quindi, è focalizzare la necessità, qual è l’obiettivo da raggiungere: c’è bisogno di potenziare la sicurezza dell’ambiente di lavoro? Serve automatizzare certe funzioni? Qual è il time to value atteso e quali saranno i casi d’uso? È essenziale che l’impresa risponda a queste domande basilari prima di procedere con l’implementazione.
Un comune errore durante l’implementazione di una soluzione di virtualizzazione desktop è quella di concentrarsi più sulle potenzialità della tecnologia che sull’usabilità e l’esperienza utente. Qualunque strumento, anche il più potente e versatile, deve sempre avere come obiettivo il miglioramento del lavoro delle persone, che si tratti del tempo necessario per effettuare il login o il numero di click per attivare una determinata funzione. Le operazioni del reparto IT sono asservite alle necessità quotidiane degli utenti aziendali migliorando altresì la loro produttività fornendo sistemi più efficienti e comodi da usare. Un ottimo modo per raggiungere questo obiettivo è quello di avere un riscontro da parte delle persone che, all’interno dell’azienda, hanno le competenze tecnologiche più basse: il loro feedback sarà importante per comprendere l’effettiva usabilità della soluzione di virtualizzazione desktop che l’azienda sta implementando e su come lo sta facendo. Non bisogna sottovalutare le aspettative del personale.
Se vi state chiedendo, concretamente, come attivare la virtualizzazione del desktop è bene considerare alcuni passaggi chiave. Il processo di virtualizzazione avviene innanzitutto consolidando i desktop nel data center per rendere il digital workplace accessibile da qualsiasi dispositivo. Il manager IT, in base ai requisiti degli utenti coinvolti, predispone una serie di configurazioni preimpostate: nel momento in cui le persone accedono al server che ospita i diversi ambienti di lavoro, collegandosi al loro profilo con le dovute credenziali, hanno subito accesso ai loro dati, programmi e applicazioni (in piena sicurezza). Dal punto di vista della governance, è chiaro come attivare la virtualizzazione del desktop semplifichi notevolmente la gestione di tutte le postazioni di lavoro presenti l’ecosistema digitale: in pochi clic si possono creare o modificare le postazioni preservando le informazioni all’interno di una struttura centralizzata ad alta affidabilità.
Uno dei modi migliori per preparare l’infrastruttura back-end preesistente alla virtualizzazione desktop è quello di adottare storage array di tipo SSD (Solid State Drive), più veloci e performanti, e di aggiornare i processori in modo da integrare delle CPU che possano sopportare elevati picchi di carico.
Occorre però rendersi conto di quanto l'implementazione e la gestione di una Virtual Desktop Infrastructure non sia affatto un’attività banale: trasformare le risorse fisiche in risorse logiche, infatti, richiede uno sforzo in termini di mezzi e competenze che spesso le aziende non possono permettersi. Una cosa è certa: passare dalle scrivanie fisiche alla virtualizzazione desktop - configurabili via software e gestibili in maniera centralizzata attraverso un unico cruscotto - velocizza il rilascio di nuove risorse (pochi minuti a fronte di diverse ore, tra cablaggio, configurazione e messa a punto) e riduce l’infrastruttura hardware. Tuttavia, le aziende che scelgono di intraprendere il percorso di virtualizzazione desktop devono avere i mezzi per gestire le complesse procedure associate alla gestione delle macchine virtuali, approntando sistemi di backup e disaster recovery, oltre a reti e server in grado di presentare le immagini virtuali dei sistemi operativi a ogni utente, dedicando a ciascuno una propria macchina virtuale. Per tutti questi motivi, affidare la gestione VDI a un fornitore esterno rimane la soluzione vincente per una virtualizzazione desktop pienamente efficace e conveniente.
Ogni servizio di virtualizzazione del desktop ha delle funzioni in comune con gli altri; ma ciò non deve trarre in inganno: non sono tutti uguali. Una delle grandi differenze risiede nel lavoro del system integrator.
Il cliente deve condizionare la scelta dei servizi di virtualizzazione del desktop, innanzitutto, a seconda di quale sia il suo obiettivo aziendale e quanti utenti saranno coinvolti dal cambiamento tecnologico. Ulteriori criteri da considerare riguardano lo sviluppo del software. Per esempio: il produttore del servizio di virtualizzazione ha investito attivamente negli ultimi anni per far crescere il suo software? Ha sviluppato funzioni verticali che sposano le esigenze specifiche del settore nel quale opera l’azienda?
Mentre ci si appresta a comprendere come attivare la virtualizzazione del desktop non bisogna tralasciare, inoltre, le caratteristiche specifiche dell’offerta del system integrator: propone un’assistenza H24/365 per ogni richiesta, tecnica o commerciale, del cliente? Offre un supporto multilingua per adeguarsi alle eventuali filiali estere del cliente che possano avere bisogno di supporto tecnologico? La scelta del miglior servizio di virtualizzazione desktop comincia dalle risposte a queste domande e dalla comprensione dell’offerta a 360 gradi.
Ci sono un’altra serie di errori che possono gravare sulla virtualizzazione desktop. Uno dei più comuni, per esempio, è credere che la virtualizzazione desktop sia più semplice della virtualizzazione dei server: la realtà pratica è molto diversa.
Infatti, se i server virtualizzati possono essere centinaia, le postazioni desktop possono invece essere migliaia: il che significa che il picco del workload potrebbe essere molto più intenso: quindi, sia la rete sia lo storage devono riuscire a sostenere tale carico di lavoro. Bisogna inoltre considerare che gruppi di lavoro diversi hanno esigenze differenti. Scegliere un approccio univoco nell’implementazione della virtualizzazione desktop sarebbe un grave errore, in quanto occorre adottare soluzioni su misura. Ciò può servire anche a rivedere gli accordi per le licenze nel caso in cui le applicazioni non siano utilizzate da tutto il personale.
Le aziende meno esperte tendono, inoltre, a fornire alle macchine virtuali più RAM del necessario lasciando inutilizzata la quantità in eccesso. Anche la scelta della tecnologia di storage è fondamentale. Un errore comune è quello di optare per una soluzione mista: un SSD per il sistema operativo host e vari HDD per il sistema operativo ospite, per esempio. Se sulla carta questa può sembrare una valida scelta, la realtà è che i vantaggi del disco SSD non saranno realmente espressi: i limiti dell’HDD influenzeranno le potenzialità del SSD. Meglio, quindi, adottare completamente dischi HDD (quindi ottimizzare i costi) se l’azienda non può inserire nel budget un intero slot di SSD.
Inoltre, le imprese devono comprendere che la virtualizzazione desktop è sì estremamente utile, ma non serve virtualizzare ogni cosa. Esistono task e operazioni che è meglio eseguire su una soluzione tradizionale perché necessita delle risorse di un hardware “vero”. In caso contrario, virtualizzare più del necessario potrebbe comportare dei rallentamenti operativi.
Implementare a dovere la virtualizzazione del desktop nell’infrastruttura IT dell’impresa è quindi molto importante e assicura parecchi benefici. Però, non bisogna pensare che i desktop virtuali siano la soluzione a tutto: sono un pezzo del mosaico che compone il digital workplace e devono fare parte di un piano di evoluzione dell’infrastruttura IT ben strutturato. Il partner scelto dall’azienda per farsi affiancare in questo percorso deve saperlo ed è per questo che il miglior consulente è quello che riesce ad avere una visione a 360 gradi delle esigenze tecniche e commerciali di un’impresa e fornire tutte le indicazioni necessarie. La virtualizzazione desktop, inoltre, deve allinearsi agli obiettivi IT dell’azienda: assecondare le effettive esigenze permette di abbracciare la soluzione giusta e contenere i costi dell’implementazione.