Migrazione al cloud: come farla in modo scalabile ed efficiente
La migrazione al cloud è diventata una priorità per molte aziende che, attraverso la modernizzazione delle infrastrutture IT, desiderano aumentare l’efficienza e l’agilità operativa. Secondo le recenti statistiche rilasciate dal Politecnico di Milano, il mercato italiano della nuvola ha registrato una crescita del 24% rispetto al 2023 e vale attualmente 6,8 miliardi di euro.
Il cloud si sta rivelando infatti una scelta obbligata soprattutto per cogliere le opportunità dell’intelligenza artificiale perché, a differenza dei sistemi on-premise, garantisce la potenza computazionale e la scalabilità necessarie al funzionamento delle soluzioni AI. Il passaggio alla nuvola diventa insomma una mossa strategica indispensabile per preservare la competitività aziendale. Tuttavia, il processo di modernizzazione non è banale e va pertanto gestito con oculatezza, onde evitare spese e criticità impreviste.
Le mosse vincenti per la migrazione al cloud
Per affrontare la migrazione al cloud in modo scalabile ed efficiente, bisogna partire con il piede giusto e adottare un approccio strutturato, che si può articolare in sei punti.
1. Valutazione iniziale e pianificazione
Il primo passo è effettuare una valutazione completa dell’infrastruttura IT esistente. È essenziale capire quali applicativi e servizi conviene spostare sulla nuvola e con quale approccio (è possibile una migrazione lift & shift oppure è necessaria la riprogettazione?). Inoltre, l’assessment iniziale permette di identificare le dipendenze tra i sistemi in essere, che potrebbero influenzare l’ordine e le priorità di migrazione al cloud.
Una volta completata la valutazione, l’azienda deve definire chiaramente quali obiettivi intende raggiungere attraverso la migrazione al cloud: ad esempio, migliorare le prestazioni, ridurre i costi, aumentare la scalabilità e così via. Stabilire da subito lo scopo del progetto permetterà di effettuare la scelte corrette.
2. Scelta del modello di cloud
Innanzitutto, bisogna comprendere qual è il modello di cloud più conveniente rispetto al contesto aziendale. Esistono infatti tre diverse opzioni: pubblica, privata e ibrida. La scelta dipenderà dalle esigenze specifiche nell'organizzazione, ma schematizzando si possono riconoscere alcune casistiche ricorrenti. La nuvola pubblica si presta meglio per startup e piccole imprese, mentre le grandi aziende potrebbero preferire un cloud privato per motivi di sicurezza, conformità e integrazione con i sistemi legacy. Un approccio ibrido invece offre il meglio di entrambi i mondi, permettendo ad esempio di mantenere i dati sensibili on-premise e utilizzare il cloud per carichi di lavoro meno critici.
3. Modernizzazione applicativa
Stabiliti gli obiettivi e il modello di cloud ottimale, è necessario comprendere quale approccio seguire per la migrazione cloud delle applicazioni. Il lift-and-shift consiste nello spostare le soluzioni esistenti sulla nuvola, senza apportare modifiche significative. È veloce e relativamente semplice, ma potrebbe non sfruttare appieno i vantaggi del cloud. Al contrario, il refactoring prevede la modifica strutturale delle applicazioni perché siano ottimizzate per l'utilizzo sulla nuvola, migliorandone soprattutto la scalabilità e l’efficienza. Anche se richiede più tempo e risorse, il refactoring può portare benefici a lungo termine.
4. Automatizzare dove possible
Per garantire che la migrazione al cloud sia scalabile ed efficiente, è fondamentale introdurre strumenti di automazione quando e dove possibile. Adottare soluzioni per il provisioning, il monitoraggio e la gestione delle risorse permette infatti di ridurre drasticamente il rischio di errori manuali, accelerando il processo di migrazione al cloud e consentendo la successiva amministrazione.
5. Testare e validare
Prima di completare la migrazione al cloud, è cruciale effettuare test accurati per garantire che tutto funzioni correttamente. Questo include test di performance, sicurezza e integrazione. Inoltre, è utile preparare un piano di rollback nel caso in cui emergano problemi durante la migrazione al cloud, per poter tornare rapidamente alla configurazione originale senza interruzioni di servizio.
6. Monitoraggio di costi e prestazioni
Una volta completata la migrazione, è importante monitorare continuamente le performance delle applicazioni e l’utilizzo delle risorse per identificare eventuali inefficienze. Il cloud offre strumenti di monitoraggio che possono aiutare a tenere traccia delle prestazioni e dei costi, con la possibilità ottimizzare gli asset in base alle esigenze. Ridurre l’over-provisioning e utilizzare soluzioni di scaling automatico può contribuire a mantenere le spese sotto controllo, garantendo che le applicazioni siano sempre performanti.
Affidarsi a un partner esparto
La migrazione al cloud può sembrare una sfida complessa, ma con una pianificazione attenta e l’adozione delle giuste strategie è possibile raggiungere gli obiettivi di miglioramento auspicati, in termini di agilità infrastrutturale, efficienza operativa e prestazioni applicative. Pianificare, automatizzare e monitorare sono i pilastri fondamentali per garantire una migrazione al cloud scalabile ed efficiente.
Tuttavia, occorrono competenze specifiche ed esperienza maturata su precedenti progetti di migrazione al cloud. Ecco perché all’elenco dei consigli sopraccitati, bisognerebbe aggiungere un ulteriore step ovvero la scelta di affidarsi a un partner referenziato. Rivolgersi a un consulente esperto potrebbe infatti rappresentare l'alternativa vincente per prendere le giuste decisioni e implementare una soluzione allineata alle effettive esigenze aziendali, assicurandosi un processo di migrazione a cloud fluido, senza intoppi e remunerativo nel tempo.