Cosa devono fare i servizi UCC per ottimizzare la comunicazione

Si parla da anni di servizi UCC e del loro ruolo fondamentale nei progetti di trasformazione digitale dell’impresa, ma da cosa deriva questa utilità? Cosa “devono fare” i servizi UCC per migliorare la comunicazione interna ed esterna dell’azienda conducendola verso vette inedite di efficienza e produttività? Volendo adottare un punto di vista estremamente alto, si potrebbe dire che la chiave di tutto è la semplificazione: nel corso degli anni, l’evoluzione si è “abbattuta” (per modo di dire) sulla comunicazione aziendale moltiplicando i canali di contatto, i touchpoint e i dispositivi di accesso, complici i progressi nelle tecnologie di rete e la sempre maggiore pervasività dell’accesso mobile al web.

Come se non bastasse, gli eventi di quest’anno e il lockdown hanno “imposto” il modello del Remote Working anche ad aziende che non erano preparate ad accoglierlo o non lo erano del tutto: il risultato è la permanenza di una molteplicità di canali che, invece di associarsi a una maggiore semplicità e libertà di comunicazione, finisce per complicare i contatti tra i team di lavoro, i fornitori e clienti. D’altronde, se ogni persona si trova ad avere un numero di telefono dell’ufficio, uno personale, uno dello smartphone aziendale, l’e-mail, un account Microsoft365/Teams (giusto per citarne uno), il classico WhatsApp e Telegram, non solo diventa complesso entrare in contatto, ma si crea quella malsana - e piuttosto rischiosa a livello di security - commistione tra il fronte lavorativo e quello personale che genera inefficienze diffuse e non si limita a pesare sui rapporti con i colleghi, ma anche con i soggetti esterni all’azienda: con i clienti, in primis.


Servizi UCC e la semplificazione delle comunicazioni

Lo scopo delle piattaforme e dei servizi UCC è quindi la semplificazione di un panorama complesso ed eterogeneo, nonché lo sviluppo di sinergie tra i canali di comunicazione, di modo tale che la pluralità di opzioni e strumenti si tramuti in un punto di forza per l’azienda e non di debolezza.

Per comprendere meglio, possiamo introdurre il concetto di softphone, ovvero del telefono virtuale: ogni dipendente ha di fatto un solo numero di telefono, ma la virtualizzazione fa sì che esso riceva le chiamate (a quel numero) sul telefono dell’ufficio, sullo smartphone aziendale, su quello personale, sul notebook, tablet e volendo anche sullo smartwatch. Il tutto, insieme alle innovative funzionalità della digitalizzazione: registrazione della chiamata e inoltro via e-mail. I servizi UCC comprendono poi solitamente la classica chat, che con una workforce composta in larga parte da millennial diventa essenziale per gestire i rapporti tra i team senza rinunciare alla sicurezza dello strumento aziendale e alimentare lo Shadow IT, nonché la possibilità di avviare meeting e videochiamate/conferenze e molto altro.

Il tema centrale, però, non è tanto la pluralità di canali riuniti sotto lo stesso tetto, ma l’integrazione tra di loro e con gli altri strumenti aziendali: pensiamo alla classica piattaforma e-mail (Google, Outlook…) dalla quale, per esempio, avviare direttamente una chat col collega o una chiamata vocale, cui quest’ultimo risponderà con il notebook pur trovandosi dall’altra parte del mondo e senza costi di roaming. Non è peraltro fantascienza ipotizzare un sistema di assistenza virtuale – sul modello di Google Assistant o Alexa -, che di fronte a una richiesta ben formulata, convochi riunioni, scelga autonomamente il canale migliore per gestire un determinato task e, perché no, prenoti anche una sala adeguata allo scopo.

Infine, un piccolo accenno a un altro aspetto essenziale con cui i servizi UCC semplificano la comunicazione. Il concetto di presenza esiste da tempo ma la cui realizzazione pratica è stata fortemente semplificata proprio dalle piattaforme UCC. Il concetto è tanto semplice quanto utile: nei team di lavoro, per esempio, è fondamentale per sapere se i colleghi sono disponibili, se in ufficio, a casa o, per esempio, in vacanza o malattia. Anche qui, non è assolutamente azzardata l’ipotesi dell’automazione delle funzionalità di presenza tramite IoT o geolocalizzazione. Infine, c’è tutto il discorso dei dati e degli analytics: i servizi UCC, o meglio le piattaforme UCC, generano quotidianamente un’infinità di dati e li mettono a disposizione del management per comprenderne i pattern di utilizzo, i percorsi più comuni e gli strumenti più impiegati, al fine di renderli ulteriormente sinergici ed efficaci, a beneficio degli obiettivi dell’azienda.


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