Verifica accessibilità dei siti web: scopri se sei in regola prima che sia tardi
L’accessibilità dei siti web è già un requisito obbligatorio per qualsiasi azienda pubblica in Italia e lo sarà presto per tutti - pubblici e privati - all’interno dell’Unione Europea. Infatti, l’European Accessibility Act (EAA), ovvero la direttiva UE 2019/882, impone che dal 28 giugno 2025 qualsiasi prodotto o servizio digitale immesso sul mercato sia fruibile da chiunque, indipendentemente dalle capacità e disabilità individuali.
Come assicurare la compliance in vista della scadenza? Present propone una soluzione per verificare l’accessibilità dei siti web e intraprendere un eventuale percorso di adeguamento in vista dei prossimi obblighi normativi.
Il quadro normativo sottostante all’accessibilità digitale
“In Italia - spiega Giovani Spagnolo, Senior Solution Architect della società - la normativa di riferimento per l’accessibilità digitale è la Legge Stanca del 9 gennaio 2004.”
La Legge, che mira a semplificare la fruizione degli strumenti informatici da parte di soggetti con disabilità, interessa tutte le pubbliche amministrazioni e dal 2022 anche le aziende private con fatturato superiore a 500 milioni di euro, calcolato sul triennio.
“Inoltre - riprende Spagnolo - con l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 82 del 27 maggio 2022 che ha recepito l’EAA ora qualsiasi soggetto pubblico o privato dovrà rispettarne i vincoli e le scadenze. Fanno parziale eccezione solo le microimprese definite nel decreto come “un'impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro” e i prodotti digitali che, per adempiere ai requisiti di conformità, verrebbero snaturati o richiederebbero investimenti troppo onerosi ma che devono comunque essere misurati e giustificati nella dichiarazione di accessibilità.”
Parliamo di eccezioni parziali perché, per le microimprese, il legislatore in Italia definirà apposite linee guida per facilitare l'applicazione delle misure nazionali in materia di accessibilità dei prodotti e dei servizi, e perché i criteri per la valutazione dell’onere sproporzionato sono limitati e ben definiti all’interno dell’allegato V al decreto.
"È importante notare che chi riceverà finanziamenti pubblici al fine di migliorare l'accessibilità non potrà, naturalmente, invocare l'onere sproporzionato," conclude Spagnolo.
Periodo di transizione
Il decreto 82/2022 stabilisce inoltre che fino al 28 giugno 2030 i fornitori di servizi possono continuare a prestare i loro servizi utilizzando prodotti che utilizzavano in modo legittimo prima di tale data per fornire servizi analoghi. Stabilisce che i contratti di servizi conclusi prima del 28 giugno 2025 possono essere mantenuti invariati fino alla loro scadenza, ma per non più di cinque anni da tale data. Stabilisce infine che i terminali self-service utilizzati in modo legittimo dai fornitori di servizi prima del 28 giugno 2025 possano continuare a essere utilizzati per la fornitura di servizi analoghi “fino alla fine della loro vita economica utile”, ma per non più di venti anni dalla loro messa in funzione.
In questo quadro normativo così articolato, Spagnolo precisa che è centrale la norma armonizzata EN 301 549 che fornisce alle organizzazioni europee i requisiti di accessibilità applicabili ai prodotti e servizi ICT, nonché una descrizione delle procedure di prova e della metodologia di valutazione per ogni requisito di accessibilità. La norma è destinata all'uso con tecnologie basate sul Web, tecnologie non web e uso ibrido. Include sia software che hardware oltre ai servizi. Per la parte web, la norma richiama le WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) sviluppate dal W3C (World Wide Web Consortium) che forniscono lo standard per legislazione sull’accessibilità web in molti altri Paesi.
Perché e come valutare l’accessibilità dei siti web
“Anche se il termine fissato dall’EAA è nel 2025 per i nuovi prodotti e servizi e fino al 2030 per adattare quelli già in uso - sottolinea Spagnolo - le imprese dovrebbero prepararsi in anticipo. Così non solo eviteranno di incorrere nelle sanzioni per mancata compliance ma offrendo tecnologia accessibile, potranno migliorare la reputazione aziendale e allargare il bacino di utenza. Infatti, si stima che in Europa ci siano almeno 87 milioni di potenziali fruitori”.
Per supportare le organizzazioni nel percorso di adeguamento normativo, Present fornisce una soluzione che permette di verificare la conformità per siti e applicazioni web.
“Attraverso la centralità dei test e ispezioni manuali, e con l’ausilio di alcuni strumenti di validazione automatizzati a supporto - chiarisce Spagnolo - possiamo individuare rapidamente eventuali discrepanze tecniche rispetto ai criteri WCAG e la norma EN 301 549. Per intercettare le difformità che richiedono necessariamente un’ispezione manuale, invece, intervengono i nostri esperti di fattori umani”.
Spagnolo riporta alcuni esempi di test che vanno effettuati manualmente, con l’intervento di personale specializzato. “Innanzitutto - suggerisce - bisogna valutare se i contenuti del sito web o dell’applicazione possono essere letti da screen-reader (software di assistenza per non vedenti come Nvda e Jaws), che permettono l’accessibilità dei menu di navigazione e dei contenuti. Il contrasto dell’interfaccia utente è un altro elemento da verificare, affinché si garantisca la leggibilità dei caratteri, lo stacco tra elementi in primo piano e sfondo, altri accorgimenti grafici”.
Validare l’accessibilità dei siti web e delle applicazioni significa anche verificare che i contenuti siano comprensibili a persone con disabilità cognitive, quindi che utilizzino termini semplici oppure siano corredati da un glossario. Infine, un altro requisito fondamentale è che la struttura consenta la navigazione da tastiera, senza l’ausilio del mouse.
Un approccio strutturato per la Web Presence
“La nostra soluzione per misurare l’accessibilità dei siti web e delle applicazioni - prosegue Spagnolo - si basa su un approccio metodologico consolidato e applicato in diversi progetti nella Pubblica Amministrazione, denominato We.Pres.En.T. (Web Presence Enhancement & Transformation)”.
Il framework è stato appositamente concepito per migliorare la qualità del software e consolidare la presenza sul web, intercettando le eventuali inefficienze e le possibili migliorie, compresa l’accessibilità, attraverso dashboard e strumenti analitici.
Nello specifico, We.Pres.En.T. permette di intervenire sulle seguenti aree, con un approccio modulare: Application Monitoring; test funzionali; revisione del codice; test e ottimizzazione delle performance; compliance rispetto a normative vigenti e linee guida; usabilità, compresi accessibilità, interfaccia e user experience; analisi sull’efficacia della comunicazione online (con riferimento ad Analytics, SEO, Web Advertising, Social Media, Sentiment Analysis).
Figura 1 - Come funziona l’approccio We.Pres.En.T. per misurare e migliorare la qualità di applicazioni e siti web
Come racconta Spagnolo, l’approccio di Present per validare l’accessibilità dei siti web (e più in generale per migliorare la qualità del software e la presenza online) segue un iter specifico.
“Innanzitutto - racconta il manager - si parte con la definizione della strategia, chiarendo su quali aree di test si intende lavorare e valutando la legittimità di eventuali richieste di onere sproporzionato. Quindi si passa alla pianificazione delle diverse attività, stabilendo per ciascuna l’approccio da seguire e le tecniche da utilizzare. Si procede quindi all’esecuzione dei test, impiegando gli strumenti definiti precedentemente e ricorrendo all’automazione ove possibile. I test manuali – soprattutto per quanto riguarda l’accessibilità – sono fondamentali.”.
Le fasi successive riguardano l’elaborazione della reportistica con i risultati dei test, così da evidenziare i difetti rilevati, e lo svolgimento di analisi integrate per eventuali approfondimenti. Durante tutto il percorso, un Project Manager è incaricato di eseguire attività di monitoraggio e controllo per verificare l’andamento delle attività e garantire l’efficacia delle strategie intraprese, servendosi di dashboard e viste di dettaglio.
Insomma, con le scadenze normative che si avvicinano, l’importante è non stare a guardare, ma attivarsi per capire le difformità dei propri strumenti online e intraprendere subito un percorso di adeguamento per l’accessibilità dei siti e delle applicazioni web.